Questa notte scompaiono gli anelli di Saturno

Una volta ogni quindici anni scompaiono alla vista. Galilei osservò per primo la sparizione

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  1. »horcrux
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    SATURNO, il re dei pianeti, così soprannominato per quei suoi affascinanti anelli che lo circondano all'equatore, questa notte li sottrarrà alla vista di tutti i telescopi terrestri. Un illusione ottica che si produce nel momento in cui il pianeta viene a trovarsi in un punto particolare della sua orbita attorno al Sole. E' la riflessione della luce della nostra stella sulle particelle di ghiaccio di cui sono (in parte) composti gli anelli che li rende visibili ai nostri occhi. "Ma una volta ogni 15 anni essi ci appaiono di "taglio", in una situazione dove l'angolo tra i raggi solari e gli anelli risulta così piccolo che la luce riflessa è praticamente nulla ed è per questo che pur continuando a roteare attorno al grande pianeta essi sembrano volatilizzarsi" spiega Fabio Peri, Direttore del Planetario di Milano. L'ultima volta che si verificò il fenomeno risale al 1995, quando i telescopi di tutto il mondo approfittarono dell'oscuramento degli anelli (fenomeno che rende più dettagliato l'intero Saturno) per studiare il pianeta. Fu proprio allora che il telescopio spaziale Hubble scoprì alcuni nuovi satelliti.

    La sparizione degli anelli è nota da quando li osservò inconsapevolmente Galileo Galilei. A dire il vero poiché il telescopio di Galileo, nel 1610, era assai poco potente egli pensò di aver osservato, anziché gli anelli, due satelliti di grosse dimensioni che si trovavano esattamente a destra e a sinistra del pianeta. E così rimase attonito quando nel 1612 quelli che per lui erano satelliti scomparvero alla vista. Scrisse: "Non so proprio cosa dire, sembra la storia di un romanzo". In realtà era la prima volta che un uomo si imbatteva con gli anelli posti di taglio.

    Oggi comunque non c'è più bisogno di attendere l'evento della "sparizione" degli anelli per meglio scandagliare la superficie di Saturno, perché attorno ad esso, dal 2004, vi è una sonda della Nasa e dell'Esa, la Cassini (dal nome di colui che scoprì che tra gli anelli vi era almeno uno spazio) che sta studiando in dettaglio il pianeta, i suoi satelliti e gli anelli. E proprio in questi giorni la sonda ha scoperto l'ennesimo satellite all'interno dell'anello B e una strana struttura luminosa che fuoriesce verticalmente dall'anello F.

    Le lettere definiscono i diversi anelli (7 sono i principali) che a cerchi concentrici, ma distanziati da "divisioni" più o meno grandi, formano quelli che generalmente vengono chiamati nel loro insieme gli "anelli di Saturno". Essi hanno un'ampiezza di più di 275.000 km, una larghezza sufficiente a riempire la maggior parte dello spazio tra la Terra e la Luna, ma il loro spessore è enormemente inferiore, in quanto si aggira attorno ai 2-3 km.

    Gli anelli sono composti da corpi di dimensioni che vanno da pochi centimetri fino a circa un chilometro di diametro e sono composti principalmente da cristalli di ghiaccio, silicati e forse da grani di ferro di origine meteorica. Se tutto il materiale venisse compresso in un unico oggetto, questi avrebbe un diametro non superiore ai 100 km.

    Ancora non è certa l'origine degli anelli. Un'ipotesi vuole che essi siano il risultato della frantumazione di uno o più satelliti che orbitavano vicini a Saturno e sui quali la forza gravitazionale del pianeta ha agito fino a distruggerli. Un'altra vuole che essi siano il prodotto di una collisione tra una cometa e un satellite saturniano e un'altra ancora che sia il rimasuglio di ciò che portò alla formazione del grande pianeta che non riuscì ad organizzarsi in un satellite in seguito alle forti perturbazioni gravitazionali create dal pianeta stesso.

    Una cosa sembra certa però, che se oggi gli anelli scompaiono e ricompaiono non è lontano il giorno (parlando in termini astronomici) in cui scompariranno per sempre. Sembra infatti, che la loro vita non potrà protrarsi per più di qualche milione di anni ancora, dopo di ché, la forza di gravità di Saturno li farà cadere nell'atmosfera, volatilizzandoli per sempre.
     
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